Convegno: Le Arti Terapie e le Terapie Espressive tra regole, protocolli e creatività
Venerdì 5 dicembre 2014
Giornata di studio
LE ARTI TERAPIE E LE TERAPIE ESPRESSIVE TRA REGOLE, PROTOCOLLI E CREATIVITÀ
a cura di Stefano Ferrari
L’incontro intende dare, una volta di più, testimonianza della ricca problematicità delle relazioni tra le arti, la terapia e la creatività, in una prospettiva che, pur nel rispetto delle acquisizioni di specifici ambiti professionali, sia in grado di accogliere le varie sollecitazioni che possono venire dal mondo dell’arte.
Le relazioni si terranno nell’Aula Magna del complesso di Santa Cristina, in piazzetta Morandi, 2 – Bologna, e si divideranno tra mattino e pomeriggio:
Ore 10,15: Roberto Caterina, Dalla sensazione all’espressione: metafore, sinestesie e ossimori nei “now moments” delle parole poetiche e della prassi terapeutica.
Ore 10,45: Roberto Boccalon, Sul sentiero di Esculapio: l’arte del curare tra innovazione ed invarianza
Ore 11,15 (all’interno della lezione di Psicologia dell’arte, Dams): Francesca Belgiojoso e Francesco Bertocco presentano ECLISSI | Nei panni dei nostri pazienti: la videoarte esplora il setting clinico
Ore 13: PAUSA PRANZO
Ore 15: Mona Lisa Tina, Le istanze del Corpo: intrecci terapeutici tra arti performative ed espressività artistiche
Ore 15,30: Laura Bocci, Uso del SoulCollage® in gruppi di scrittura autobiografica
Ore 16: Sabine Korth, Scomporre per Ricomporre
Ore 16,30: Roberta Sorti, Il danzatore come terapeuta
Ore 17: DISCUSSIONE E CONCLUSIONI
I RELATORI E LE RELAZIONI
FRANCESCA BELGIOJOSO, psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico, specializzata nelle problematiche dell’adolescenza, esperta in Photolangage e FRANCESCO BERTOCCO, artista visivo e film maker, presentano
ECLISSI | Nei panni dei nostri pazienti: la videoarte esplora il setting clinico Perché si va dallo psicologo? Cosa succede durante un colloquio? Quali differenze ci sono fra i vari orientamenti teorici? La cultura psicologica è ancora poco diffusa e sono molte le domande a cui spesso non si sa rispondere. Dall’incontro tra un video artista e una psicoterapeuta è nato un video che permette di ascoltare cosa si dicono psicologo e paziente.
Eclissi racconta quattro role-playing di colloqui clinici, bambino, adolescente, adulto e coppia, interpretati da sette psicoterapeuti.
Francesco Bertocco, da sempre interessato a raccontare i differenti aspetti della psicoterapia, attraverso questo video entra silenzioso in un dialogo il cui ascolto è normalmente proibito. Gli psicoterapeuti vengono coinvolti nel progetto come attori, partecipano poiché credononel video come strumento di diffusione della cultura psicologica. Molti tabù vanno ancora superati per cui è importante aprire le porte di questo lavoro tuttora ancorato a stereotipi datati.
ROBERTO BOCCALON, psichiatra, psicoterapeuta, direttore Istituto Psicoterapia Espressiva. Sul sentiero di Esculapio: l’arte del curare tra innovazione ed invariata.
L’ampliamento del ventaglio dei codici espressivi messi in gioco nella teoria e nella tecnica della psicoterapia, costituisce un elemento di forte innovazione ed arricchimento della didattica e della pratica clinica. La rilettura di un mito fondante l ’arte del curare, attraverso le immagini di un artista che lo ha rappresentato, ci aiuta a coglierne la fitta trama fantasmatica come elemento ancora attuale di invarianza. Il centauro Chirone sembra riproporsi nella polarità didattica che da un lato testimonia il valore dell’integrazione tra diverse intelligenze/linguaggi, ma al tempo stesso tende a minimizzare o nascondere i limiti dell’offerta formativa. Il giovane Esculapio sembra ben rappresentare i vissuti di tanti aspiranti terapeuti, caratterizzati dall’incertezza e dalla fantasia di onnipotenza per cercare di eluderla. La conflittualità tra le divinità, per gli effetti sociali dell’applicazione della tecnica terapeutica, sembra richiamare i conflitti tra i moderni attori sociali coinvolti nell’arte del curare e le istanze difensive che ne derivano. Il finale del mito affida ad un immagine e non ad una parola la testimonianza della trasformazione possibile, sembrando quasi anticipare ed incoraggiare il paradigma delle terapie espressive.
LAURA BOCCI, germanista, traduttrice letteraria e autrice di romanzi, SoulCollage® Facilitator, Uso del SoulCollage® in gruppi di scrittura autobiografica.
Il SoulCollage® è un metodo di collage che affonda le sue radici nelle teorie junghiane e nella psicologia umanistica. Elaborato a partire dagli anni ’80, in America, da Seena Frost, psicoanalista junghiana, esso invita e guida alla costruzione – secondo una metodologia ben precisa – di un “mazzo” di carte che rappresentano insieme l’unicità e la molteplicità della persona. Basato sul principio della libera associazione (nella scelta delle immagini) e di quella che Jung nel suo Libro Rosso definì “immaginazione attiva”, è un metodo facile, divertente e alla portata di tutti, si presta alla condivisione in gruppo e può essere utilizzato nei contesti più diversi, dalla famiglia, alla scuola, ai gruppi di incontro, fino al counseling e alle varie forme di psicoterapia e persino di riabilitazione psichiatrica. Il SoulCollage® dà ai partecipanti l’opportunità di stare insieme, in un modo creativo e basato sull’accettazione, per riflettere su sé stessi. Le carte che si costruiscono formano il collage, in continua evoluzione, di ciascuna persona, in particolare nei suoi elementi di personalità, nelle componenti relative alla comunità affettiva, nelle energie fisiche, e negli archetipi più importanti nella vita personale. La relatrice ne ha fatto esperienza (accanto ad altri metodi di mediazione artistica) nei gruppi di scrittura autobiografica che conduce e ne illustrerà le modalità di impiego.
ROBERTO CATERINA, docente di Psicologia della percezione e Psicologia della musica presso il Dipartimento di Psicologia – Università di Bologna, Dalla sensazione all’espressione: metafore, sinestesie e ossimori nei “now moments” delle parole poetiche e della prassi terapeutica.
L’espressione “now moments” è stata creata, come è noto da Daniel Stern per descrivere quei momenti particolari e critici all’interno di una seduta di psicoterapia o, più in generale di un rapporto significativo caratterizzati da un lato da una grande empatia e un forte legame e dall’altro da un improvviso, imprevedibile e inevitabile costituirsi dell’evento in quanto tale. La costituzione dei legami affettivi e la sorpresa rappresentano due aspetti complementari e contrastanti delle relazione interpersonali amorose. In questo mio intervento cercherò di delineare come anche l’espressione poetica sia fatta di “now moments” che si caratterizzano in alcune delle più note figure letterarie come le metafore, le sinestesie e gli ossimori. Queste figure retoriche, al di là delle parole che le costituiscono, esprimono la ricerca di un contatto significativo interpersonale o intrapersonale che implica l’espressione e la regolazione di determinati vissuti emotivi. L’origine di queste figure letterarie nell’ambito prelinguistico della sensazione e della percezione spiega come si ritrovino, sia pure modificate, in altri linguaggi come quello musicale e come possano essere utilizzate in modo proficuo in diversi protocolli di artiterapie.
SABINE KORTH, artista, fotografa, docente, specializzata nel fotomontaggio,
Scomporre per Ricomporre “L’Arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non lo è” Paul Klee
Il processo creativo del foto-collage può rivelarsi un’esperienza sorprendente, rivelatrice, a tratti riconciliante, perché consente di confrontare, esaminare, ri/valutare se stessi in relazione al proprio sé, alla propria immagine, alla propria famiglia e – più in generale – al proprio vissuto. Concedersi l’opportunità di ironizzare sul passato o sul presente significa rendere possibile la rivisitazione della propria storia, reinventarla e collocarla in un contesto completamente nuovo. Una volta completato il foto-collage, la “Autobiografia Fantastica” diventa uno specchio della realtà. Nuovi punti di vista danno nuove forme al proprio passato e ci permettono proiezioni verso il futuro. Attraverso l’attivazione di un canale comunicativo alternativo a quello verbale, il foto- collage ci permette:
• Esprimere e scoprire nuovi aspetti di sé
• Rivisitare e reinventare la propria storia di vita
• Scoprire e abbozzare visioni per il futuro
ROBERTA SORTI, Psicoterapeuta, Danza Movimento Terapeuta ATI APID, Docente e Supervisore Programma di formazione Art Therapy Italiana,
Il danzatore come terapeuta. Perché il danzatore come terapeuta? Quali sono le qualità del danzatore, le caratteristiche del temperamento artistico, le conoscenze acquisite nella formazione coreutica, che sostengono e alimentano l’approccio terapeutico? Intendo condividere una serie di riflessioni che cercano di individuare la relazione, gli intrecci tra la formazione e la pratica artistica e la professione di danza movimento terapeuta. Dopo una breve disamina di particolari aspetti che caratterizzano i processi artistico/creativi e psicologici/terapeutici, al fine di comprenderne similitudini e differenze, introdurrò alcuni elementi rispetto alla specificità della formazione del danza movimento terapeuta. A partire da brevi esempi clinici, osserverò quindi il terapeuta coinvolto nel processo artistico/terapeutico, nelle vesti di testimone-coreografo e/o danzatore- partecipante, cercando di identificare e definire proprio quegli aspetti della sua formazione artistica che entrano in gioco e fecondano il lavoro terapeutico.
MONA LISA TINA, artista, perfomer e arte terapeuta di Art Therapy Italiana – Bologna,
Le istanze del corpo: intrecci terapeutici tra arti performative ed espressività artistiche. L’intervento desidera illustrare una modalità di lavoro messa a punto negli ultimi due anni attraverso una serie di laboratori e workshop itineranti, in cui le tecniche tradizionali dell’arte terapia vengono integrate con l’utilizzo del linguaggio estetico delle arti performative di matrice contemporanea.
Il termine che ho deciso di adottare per questa pratica in cui confluiscono e convergono le competenze e le sensibilità della mia polivalente identità professionale di artista visiva, performer ed arte terapeuta è quello di Performance Terapia. Durante lo svolgimento del Convegno verranno commentati e proiettati una serie di video di documentazione dei laboratori già sperimentati, per dimostrare come questa tecnica intuitiva rappresenti una possibilità ulteriore di espressione delle emozioni, anche quelle più difficili da condividere ed esternalizzare.Tra gli esempi più significativi di utilizzo della Performance Terapia, segnalo il vasto progetto rivolto alla cittadinanza presso la GAM di Torino in co-conduzione con Giovanni Castaldi, psicanalista e Direttore del Centro Disagi Psichici di Milano e un ciclo di workshop proposti ad Art Therapy Italiana a Bologna.